![](https://www.pamelarossi.com/wp-content/uploads/2023/10/b2f4a465-09c2-4e02-ae0d-13ef3ea1631a.jpeg)
Serviva un clic, per accendersi. La pioggia, il campo pesante, un avversario concentratissimo, pronto a chiudere ogni varco, pronto anche a sorprendere. Bisognava trovare l’interruttore per proiettare su Torino la luce nerazzurra. Prima un infortunio sfortunato nelle file del Torino, poi le sostituzioni di Inzaghi, infine il gol. Succede tutto in avvio di ripresa, un momento che ha cambiato per sempre la storia del match. Il gol di Thuram su assist di Dumfries, poi l’incornata del Toro Lautaro. Un uno-due letale per i padroni di casa, impossibile reagire. Così l’Inter marcia spedita, trova il 3-0 nel recupero con il rigore di Calhanoglu, agguanta i tre punti, torna a Milano pronta a preparare la sfida di Champions League contro il Salisburgo. Bello, tutto bello. Eppure il primo tempo era stato complicato da una serie di fattori: il ritorno in campo dopo la sosta per le nazionali, la grinta di un Torino davvero concentrato, ordinato e spesso pronto a ripartire. E un campo via via più pesante, causa pioggia. Non è stato un primo tempo facile, né brillante. Ritmo non elevato, spazi intasati. L’unico vero brivido è la punizione a giro di Calhanoglu, che lascia di sasso Milinkovic-Savic ma non trova la porta. L’Inter lavora per vie centrali con le sponde di Lautaro, ma fa fatica a sfondare, nonostante l’ottima vena di Thuram, a tratti imprendibile. Il finale di tempo è tutto granata. Avanza il Torino, lo fa con Ricci, poi un tiro a giro di Seck neutralizzato dal volo di Sommer. Il portiere nerazzurro è il vero protagonista, con un’altra parata show al 43′ sul colpo di testa di Pellegri. Soffre l’Inter, ma non cede.
L’infortunio al ginocchio a Schuurs in avvio di ripresa dà una vera e propria botta emotiva al Torino, che perde il centrale e si trova anche di fronte la freschezza di Dumfries, Carlos Augusto e Frattesi. L’Inter cambia passo, lo fa con Dumfries che sprinta e offre un assist al bacio per Thuram. Un replay del gol segnato al Benfica: passaggio rasoterra arretrato e destro vincente di Tikus, il terzo della stagione. Un gol bellissimo, in diagonale, perfetto. Un vantaggio che distrugge le certezze del Torino e apre gli argini: dopo sette minuti il raddoppio arriva, come una sentenza. Il corner di Calhanoglu trova la spizzata di Acerbi e il tempismo di Lautaro, che segna il raddoppio di testa. La corsa sotto allo spicchio dei tifosi nerazzurri, l’abbraccio di tutti gli interisti, le urla di gioia. Il bello dell’Inter, anche lontanto da San Siro. Il 2-0 anestetizza il Torino, garantisce alla squadra di Inzaghi un finale tranquillo: gestione, tecnica, giocate. Viaggia senza problemi il treno nerazzurro, trainato da Mkhitaryan che in pieno recupero si guadagna il rigore del 3-0: la trasformazione di Calhanoglu è perfetta, come il risultato, come l’esito di questa trasferta.