Avanti, avanti, avanti. Avanti Inter, ancora con i gol, ancora con la porta inviolata, ancora con una trasferta vincente. Quarta vittoria consecutiva in campionato, quinto match vinto di fila, coesione, determinazione, generosità, idee brillanti. E’ bella l’Inter di Roma, è una grande bellezza, solida e concreta. 2-0 all’Olimpico, Dimarco nel primo tempo, Lukaku nella ripresa. Due gol, tre punti, una prova di personalità e autorevolezza importanti, alla vigilia dell’andata della semifinale di Champions League. Un mix di ingredienti potenzialmente pericolosi: una sfida di campionato fondamentale per la corsa verso le prime quattro posizioni e, lì dietro l’angolo, la semifinale. L’Inter, però, è brava: all’Olimpico va con la testa sgombra, le gambe reattive, le idee chiare. Brozovic, architetto geniale, conduce per mano la squadra: lo fa dal primo al novantasettesimo minuto, lo fa dominando a centrocampo, sfruttando la sinergia con i compagni. Li trova ovunque, fin da inizio partita: corridoi spalancati per le corse di Dumfries e Dimarco, palloni giocati con Barella e Calhanoglu. Funziona l’Inter, in un match approcciato comunque bene dalla Roma – carica di assenze ma anche di voglia di fare bene.
La voglia dell’Inter di non lasciare nulla per scontato la si vede, chiara, nelle chiusure: Acerbi, Dumfries, lo stesso Brozovic sono fondamentali in chiusura. La partita non è bella, non lo sarà per tutto il match: tanti scontri, interruzioni, un nervosismo mai mascherato che porta a lunghe diatribe con il direttore di gara. Mantenere alta l’attenzione non è facile, l’Inter lo fa egregiamente. Alla mezz’ora ne dà prova: gestione infinita del pallone, con la Roma incapace di recuperarlo, poi, all’improvviso, la verticalizzazione di Brozovic per Dumfries. Si spalanca un’autostrada, imboccata a tutta velocità dall’esterno olandese: il pallone al centro è preciso, Dimarco chiude sul secondo palo e segna. Un gol pesante, che porta Federico a quota 6 gol e 6 assist in campionato, un primato. La Roma si affida tanto ai calci piazzati e alle iniziative personali. I difensori nerazzurri, con Darmian e Acerbi sugli scudi, chiudono ogni possibilità a Belotti, sempre spalle alla porta. Poi, quando c’è occasione, si riparte. Barella è il più lesto a dettare i contropiedi. Ma dietro, bisogna soffrire. Nel momento di massima pressione giallorossa è Onana, con uno straordinario balzo, a dire no a Ibanez. I cambi di Inzaghi aiutano ad allentare il forcing della squadra di Mourinho. Ed è proprio Lautaro, generoso in ogni giocata, a recuperare il pallone perso da Ibanez sulla trequarti. Un tocco in avanti per Lukaku, ed ecco che Romelu è solo, davanti a Rui Patricio. Il mancino dal limite è violento, preciso, vincente. 2-0, che non si trasforma in un tris perché la traversa nega la gioia proprio a Lautaro. Si corre così, tra un’interruzione e l’altra, fino al 97′, fino al triplice fischio. Vince l’Inter.