17 Gennaio 2025

Un cuore infinito, una squadra che anche in inferiorità numerica prova a prendersi ogni possibilità. Questa volta non basta, questa volta arriva la sconfitta. L’Inter perde 3-1 a Napoli e vede interrompersi la striscia di successi consecutivi (cinque, in Serie A). Ma cade solo verso il novantesimo, la squadra di Inzaghi, in 10 dal 41′ del primo tempo per il rosso a Gagliardini. Dopo il gol di Anguissa, le parate di Onana, lo sforzo massimo per trovare comunque la forza di pareggiare, un pari arrivato con Lukaku all’82’, l’Inter è capitolata per mano, anzi per piede, quello mancino, di Di Lorenzo. Il capitano del Napoli al minuto 85 ha pescato un jolly, segnando con un sinistro a giro all’incrocio da fuori area. Una rete bella e letale per l’Inter, poi colpita in pieno recupero in contropiede. Una sconfitta figlia dell’inferiorità numerica, da cancellare immediatamente in vista della finale di Coppa Italia di mercoledì e del rush finale per la corsa a un posto nelle prime quattro. Le vibrazioni del derby di Champions vinto, la finale di Coppa Italia dietro l’angolo. Non c’è sosta, bisogna sempre rilanciare. A Napoli l’Inter va per cercare altri punti importanti nella corsa alla Champions League, per proseguire nella striscia positiva, per dare seguito a un momento davvero brillante. Le energie, però, vanno dosate: quelle fisiche e quelle mentali. Inevitabile, in un finale di stagione così elettrizzante. Le rotazioni nell’11 iniziale sono fisiologiche, mentre il Napoli, in una festa che prosegue da inizio mese, si presenta con la formazione tipo. Il match è quello atteso: padroni di casa in grande pressione, con il controllo totale del possesso. L’Inter è attenta, vigile: chiude gli spazi, studia i varchi per le ripartenze, lotta su ogni pallone. E’ svelto il Napoli, che cerca il vantaggio sfruttando giocate studiate da calcio da fermo e, in generale, l’ottima lena di Anguissa, il più pericoloso in avvio. Non avendo il controllo del pallone, l’Inter non può manipolare il ritmo del match: Lukaku e Correa provano ad allungare la squadra, ma è sempre il Napoli a spingere, con tanti uomini. Osimhen è guardato a vista da un ottimo De Vrij, che ingaggia un duello corpo a corpo esaltante. Nelle difficoltà di un match nel quale il Napoli prova sempre la giocata, si aggiunge al 41′ l’espulsione di Gagliardini per doppia ammonizione. Un colpo duro per l’Inter, che si ritrova in 10 sul finale di tempo. Un guizzo di Lukaku nel recupero chiude i primi 45 minuti.

Quello del Napoli nella ripresa ha tutte le caratteristiche di un vero e proprio assedio. Onana è l’uomo deputato a spegnere gli ardori dei padroni di casa. L’Inter si difende, si affida alle sgroppate di Bellanova quando trova uscite di palla pulite ma, di base, sta bassa e chiude gli spazi. Il gol è nell’aria: Onana è super su Kvaratshkelia, ma non può nulla sul destro violento di Anguissa. Il portiere nerazzurro tocca con il polso ma il tiro del centrocampista, bravo a girarsi in area, è imparabile. Raspadori, entrato in corsa, prova a chiudere i conti. Ma il Napoli i conti li deve fare con una grande Inter. Inzaghi manda in campo Brozovic e Acerbi, poi Dimarco e Dumfries, infine Lautaro. Quando riesce a salire, l’Inter scopre la fragilità difensiva del Napoli. E infatti, al minuto 82, Lukaku piazza la zampata vincente: di destro devia in porta il traversone di un caparbio e velenoso Dimarco. 1-1 che gela il ‘Diego Armando Maradona’ e dà la misura della grande capacità dei nerazzurri di stare sempre in partita. La bravura del Napoli, però, è quella di trovare poco dopo il vantaggio. Lo inventa, letteralmente, Di Lorenzo, con un gran sinistro all’incrocio che rimette avanti i padroni di casa. Nell’esaltazione generale finale l’Inter ha ancora le forze per andare a caccia del pari, con le fughe di Dumfries sulla destra e con tanti uomini in avanti. E così, al 94′, il contropiede due-contro-uno regala a Gaetano la palla del definitivo 3-1.