Inter, Inter, Inter, fortissimamente Inter. Lo hanno urlato i tifosi, lo hanno urlato, in campo, i giocatori nerazzurri. Un urlo continuo, feroce, liberatorio, di dominio. I gol di Barella, Lautaro, Correa. La spinta di San Siro. Il ruggito prima del match, l’esultanza luminosa dopo la rete del Toro. E poco importa se non arriva una vittoria, con il Benfica che rimedia un 3-3 nei minuti finali. Ciò che importa è una cosa sola: l’Inter è in semifinale di Champions League. Dopo 13 anni, per la nona volta nella storia, i nerazzurri arrivano al penultimo atto della massima competizione europea. Di fronte, il Milan, in un euroderby che già elettrizza i tifosi. Inter-Milan da una parte, Manchester City-Real Madrid dall’altra. Ma per pensare alla semifinale c’è tempo. Da godere, invece, c’è la splendida notte del Meazza. Rumorosissima, questa notte, iniziata con un caldo estivo, finita con un vento dal sapore unico, che ha gonfiato le nostre bandiere, che ci ha accompagnato verso la semifinale.
Che rumore fa, la voglia di vincere? Quello di San Siro, senza dubbio. Manca il fiato, nei primi minuti di Inter-Benfica. Il Meazza si colora di nerazzurro, con una coreografia che coinvolge tutti gli oltre 75mila presenti e che spinge i giocatori a un avvio di gara a ritmi altissimi. Si va forte, fin dall’inizio, perché il Benfica deve rimontare due gol e l’Inter non vuole lasciare nulla al caso, nessuno spiraglio. Ha spazio per far male, la squadra nerazzurra, perché i portoghesi lasciano una voragine alle spalle dei centrocampisti. E lì si infilano prima Dimarco e Lautaro, poi Barella. Come all’andata è Nicolò a stappare il match. Lo fa con un prodigio, un doppio dribbling, una sterzata in area, un sinistro a giro sotto alla traversa. Pelle d’oca. Ma non c’è spazio per l’esaltazione: si continua a lottare. Dimarco è prodigioso in una diagonale difensiva, Onana mantiene la porta inviolata, Lautaro trova il raddoppio, cancellato dal direttore di gara per una lieve spinta. C’è elettricità nell’aria e, quasi all’improvviso, si accende la luce del Benfica: Aursnes, di testa, batte Onana, trova l’1-1, riapre i giochi per la qualificazione. Servono ancora due reti al Benfica per mandare la partita ai supplementari, ma è chiaro che al netto dell’impresa complicata, la strada da percorrere, per entrambe le squadre, è ancora lunga. Neres, inserito nella ripresa, è la mossa di Schmidt per scompigliare le carte, per andare all’arrembaggio. Si lotta, si combatte. E nel momento più difficile della serata ecco che emerge, nuovamente, l’Inter. Dimarco, instancabile, vola sulla sinistra, serve Lautaro. Il Toro è un fulmine in area, al volo segna, firma il 2-1, esulta. San Siro si illumina, letteralmente. Gli smartphone di tutti i tifosi si accendono e salutano il nuovo vantaggio nerazzurro. Un mare di luce, su uno sfondo nerazzurro.
La palla scorre sul piano inclinato dell’Inter: Dimarco va vicino al gol, Inzaghi fa i primi cambi e trova subito con Correa la carta vincente. Il Tucu si inventa un dribbling in area con tiro a giro che bacia il palo e gonfia la rete. 3-1, discorso qualificazione in ghiaccio, delirio allo stato puro al Meazza. Nel finale riemerge, con orgoglio, il Benfica, che trova i gol di Antonio Silva e Musa (al 95′): il 3-3 vale solo per le statistiche. L’Inter è in semifinale di Champions.